Toxoplasmosi felina
Scritto da Christopher Fernandez-Prada e Victoria Wagner
È ormai noto che la toxoplasmosi ha una distribuzione mondiale e, sebbene il gatto sia l’unico ospite definitivo, il parassita può avere implicazioni significative per la salute umana e animale.
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Punti chiave
Linfezione felina da Toxoplasma gondii comune in tutto il mondo, ma la maggior parte dei gatti resta asintomatica.
Linfezione umana da T. gondii pu avvenire attraverso lingestione di oocisti (ad es. cibo, suolo e acqua contaminati) o di cisti tissutali (carne poco cotta).
Il rilevamento delle oocisti di T. gondii nelle feci del gatto non raccomandato come test diagnostico unico, dati il breve periodo di disseminazione e la somiglianza con altri parassiti.
Le oocisti richiedono un minimo di 24 ore dopo la disseminazione prima di diventare infettive, per cui la pulizia quotidiana della cassetta per lettiera una strategia efficace per prevenire la trasmissione in casa.
Introduzione
Il parassita protozoario intracellulare Toxoplasma gondii può infettare la maggior parte delle specie di animali vertebrati e, sebbene i felini servano da unico ospite definitivo, viene sempre più riconosciuto come una delle principali minacce in molti ecosistemi. L’ingestione del parassita da parte dell’ospite definitivo o di quello intermedio culmina tipicamente in un’infezione cronica subclinica o asintomatica; tuttavia, nei soggetti suscettibili o non immunocompetenti, la toxoplasmosi può causare aborto e incapacità riproduttiva, o persino disfunzione d’organo e morte [1]. Oggi, la toxoplasmosi è presente in tutto il mondo, e la prevalenza della disseminazione delle oocisti varia dallo 0,7 al 41% dei gatti a ogni dato punto temporale, a seconda del Paese in questione. Negli USA, la prevalenza di titoli anticorpali positivi per T. gondii nei gatti varia dal 14 al 100% [2]. Sebbene l’infezione interessi anche molti esseri umani (ad esempio, circa 40 milioni negli USA), la maggior parte dei soggetti è asintomatica, anche se alcuni, specialmente quelli immunocompromessi, possano avere problemi oculari o neurologici associati [3].
Ciclo vitale di Toxoplasma gondii
Toxoplasma gondii ha un ciclo vitale complesso che richiede un ospite definitivo e un ospite intermedio per completare i cicli sessuati e asessuati, rispettivamente (Figura 1). Il parassita esiste in 3 forme distinte: tachizoita, bradizoita e sporozoita (nelle oocisti), che possono essere tutte infettive per l’uomo. I tachizoiti costituiscono lo stadio asessuato del parassita in rapida divisione, e sono reperibili nei tessuti di qualsiasi ospite vertebrato. Anche i bradizoiti sono ubiquitari e si trovano nei tessuti dell’ospite, ma in questo stadio vitale si dividono lentamente e si incistano.
Dott.ssa Aida Minguez-Menendez (UdeM)/Ridisegnata da Sandrine Fontgne
I gatti, l’ospite definitivo di T. gondii, si infettano attraverso l’ingestione di cisti tissutali, ad esempio quando cacciano e assumono prede (Figura 2), o di oocisti sporulate o infettive (da suolo, acqua, o piante contaminati da feci feline). In questa specie il parassita può riprodursi in modo sessuato, e i gatti infettati attraverso i bradizoiti o le oocisti iniziano a disperdere oocisti nelle proprie feci dopo 3-10 o 19-48 giorni, rispettivamente, dall’ingestione e possono continuare a farlo per un massimo di 2 settimane (Figura 3) [2],[4]. Le oocisti sporulano e diventano infettive 1-5 giorni dopo l’escrezione, e sono estremamente resistenti nell’ambiente.
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I principali metodi con cui gli esseri umani vengono infettati da T. gondii includono l’assunzione di carne poco cotta contenente cisti parassitarie, o l’ingestione di oocisti attraverso la contaminazione fecale di cibo, mani, ecc. [4],[5].
Prof. Christopher Fernandez-Prada (UdeM)
Segni clinici della toxoplasmosi felina
La toxoplasmosi può essere difficile da identificare nei gatti, poiché la maggior parte delle infezioni è asintomatica, ma se sono presenti segni clinici, si osservano più spesso febbre, anoressia e letargia. La crescita intracellulare dell’organismo provoca effetti citopatici diretti, con infiammazione e necrosi cellulare, mentre altri segni più specifici dipendono dalla localizzazione corporea dei tachizoiti (Figure 4-6); questi possono includere alterazioni oculari, segni neurologici, polmonite, e ittero [4]. Virus della leucemia felina, virus dell’immunodeficienza felina, neoplasia e somministrazione di farmaci immunosoppressori (in particolare la ciclosporina) sono tutti fattori di rischio per lo sviluppo della malattia clinica. Le infezioni acute, specialmente nei gattini, sono solitamente fatali [6].
Prof. Guillaume St-Jean (UdeM)
Prof. Guillaume St-Jean (UdeM)
Prof. Guillaume St-Jean (UdeM)
Diagnosi
Una diagnosi affidabile di toxoplasmosi può essere problematica. Le anomalie ematologiche osservate nei gatti affetti possono includere anemia non rigenerativa, leucocitosi, linfocitosi, monocitosi, ed eosinofilia. Le infezioni gravi possono anche causare leucopenia, e soprattutto una neutropenia con spostamento a sinistra degenerativo. Le alterazioni del profilo biochimico sierico e dei valori urinari dipendono dagli organi coinvolti [6].
Come strumento diagnostico, il rilevamento delle oocisti di T. gondii nelle feci come test unico non è raccomandato, dati il breve periodo di disseminazione degli ospiti felini e la somiglianza microscopica delle oocisti di T. gondii con altri parassiti [4],[7]. Inoltre, l’identificazione delle oocisti nelle feci non è correlata allo sviluppo della malattia clinica nei gatti [2]. Al contrario, i test sierologici sono raccomandati per la diagnosi ante-mortem definitiva, e titoli elevati di IgM (>1:256) sono generalmente compatibili con un’infezione recente da T. gondii. In alternativa, si possono utilizzare titolazioni in duplicato delle IgG (valutate a distanza di 2-4 settimane), anche se l’interpretazione dei risultati può essere complessa (Tabella 1) [1],[2]. Alcuni gatti possono anche avere un’infezione cronica da T. gondii, dove le cisti tissutali si rompono e rilasciano nuovamente i bradizoiti nel circolo; tali episodi possono essere associati o meno all’escrezione di oocisti, a seconda dello stato immunitario dell’animale interessato [8].
Non è raccomandato testare i gatti sani per gli anticorpi anti-T. gondii [6], dato che in questa specie i test sierologici non sono un fattore predittivo accurato per la disseminazione delle oocisti; inoltre, quasi tutti i gatti sono effettivamente sieronegativi al momento della disseminazione attiva delle oocisti [2].
Tabella 1. Interpretazione dei risultati sierologici relativi alle IgG di T. gondii [6].
| Risultato sierologico | Interpretazione/analisi |
|---|---|
| Aumento del titolo ≥4 volte in campioni di siero in duplicato | Vero positivo (infezione recente/attiva) |
| Aumento del titolo <4 volte in campioni di siero in duplicato | Vero negativo (nessuna infezione recente/attiva) OPPURE Falso negativo (recidiva dell’infezione) |
| Singolo risultato fortemente positivo (ad es. 1:1000) | Presenza di cisti tissutali di bradizoiti |
La toxoplasmosi può essere difficile da identificare nei gatti, poiché la maggior parte delle infezioni è asintomatica; se sono presenti segni clinici, si osservano più spesso febbre, anoressia e letargia.
Trattamento e prognosi
Non esiste un trattamento autorizzato per la toxoplasmosi felina, ma per i casi acuti o disseminati la clindamicina è il farmaco di prima scelta (10-12,5 mg/kg PO ogni 12 ore per un massimo di 4 settimane), accompagnata da una terapia di supporto adeguata [6]. Per ridurre la disseminazione delle oocisti, è possibile somministrare la pirimetamina (0,25-0,5 mg/kg PO ogni 12 ore per un massimo di 4 settimane) o i sulfamidici (15-30 mg/kg PO ogni 12 ore per un massimo di 4 settimane); questi si dimostrano generalmente utili nella fase acuta, ma sono raramente efficaci nell’eliminare l’infezione. I trattamenti combinati con sulfamidici e trimetoprim sono un’opzione alternativa (15 mg/kg PO ogni 12 ore per 4 settimane) [2] e possono essere considerati anche i farmaci anticoccidici (ad es. toltrazuril, ponazuril). Si noti che nessun trattamento è risultato significativamente efficace durante lo stadio dell’infezione da bradizoiti [1].
Numerosi fattori influenzano la prognosi per i gatti che mostrano segni clinici di toxoplasmosi, tra cui gli apparati/organi colpiti (Figure 7 e 8), e il tempo compreso tra l’infezione e l’inizio del trattamento. Generalmente, se i segni clinici migliorano entro 2-3 giorni dall’inizio della terapia, la prognosi è più favorevole; tuttavia, l’infezione da Toxoplasma che colpisce i polmoni o il fegato comporta una prognosi infausta [4].
Prof. Christian Bdard (UdeM)
Prof. Christian Bdard (UdeM)
Implicazioni zoonosiche
Gli esseri umani sono a rischio d’infezione da T. gondii attraverso l’ingestione di cibo o acqua contaminati dalle oocisti, cisti tissutali presenti nella carne poco cotta contaminata, o attraverso trasfusioni di sangue, trapianto di organi, o infezione congenita. La maggior parte delle infezioni è asintomatica, sebbene siano stati segnalati casi occasionali di febbre, linfoadenopatia, e malessere. Tuttavia, T. gondii rappresenta un grave rischio per il feto durante la gravidanza umana; la toxoplasmosi congenita può causare danni oculari e/o neurologici gravi quando i tachizoiti migrano attraverso la placenta per raggiungere il feto [1]. Sebbene nascano generalmente senza sintomi, questi individui possono soffrire più avanti nella vita di gravi problemi della vista, crisi convulsive, o altri problemi neurologici [9]. Inoltre, gli individui immunocompromessi di qualsiasi età sono a rischio di sviluppare una toxoplasmosi sintomatica che coinvolge il cervello, i polmoni, e/o altri organi vitali [5].
Non è raccomandato testare i gatti sani per gli anticorpi anti-<i>T. gondii</i> dato che i test sierologici non sono un fattore predittivo accurato dell’escrezione di oocisti; inoltre, quasi tutti i gatti sono effettivamente sieronegativi nel periodo di disseminazione attiva delle oocisti.
Viene segnalato sempre più spesso che le oocisti di Toxoplasma stanno contaminando il suolo e le acque sotterranee in tutto il mondo. Una revisione di 22 studi ha concluso che questo è un serio motivo di preoccupazione, poiché il deflusso delle feci di gatto infette inquina in misura considerevole i corpi idrici [3]. La contaminazione dell’oceano ha portato all’infezione e alla morte di vari mammiferi marini, tra cui foche, balene, delfini, e lontre marine [10],[11]. Anche l’acqua potabile è a rischio; la lettiera per gatti scaricata nei gabinetti ha contribuito a creare una serie di focolai epidemici di toxoplasmosi umana in vari paesi [12],[13].
Le oocisti sono straordinariamente robuste e riescono a sopravvivere e rimanere infettive per anni, anche in condizioni non ottimali [14]. Inoltre, è probabile che bastino pochissime oocisti per infettare con successo un essere umano; studi sui suini hanno dimostrato che una sola oocisti era sufficiente per indurre l’infezione [15]. Pertanto, è fondamentale adottare misure per smaltire responsabilmente le feci di gatto.
Contrariamente alla credenza popolare, è stato stabilito che il contatto diretto con i gatti non è un fattore di rischio significativo per l’infezione umana da Toxoplasma gondii [16]. Tuttavia, la pulizia quotidiana della cassetta per lettiera è di per sé una semplice strategia per prevenire l’infezione (Figura 9) dato che devono passare almeno 24 ore prima che le oocisti diventino infettive [4]; quindi, è anche utile tenere i gatti in casa (ove possibile). I Medici Veterinari devono svolgere un ruolo fondamentale nello spiegare ai clienti le misure da adottare per mitigare i rischi correlati all’infezione da T. gondii, sia nei gatti che in generale (Tabella 2).
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Tabella 2. Strategie per mitigare il rischio zoonosico dovuto all’infezione da T. gondii [1],[2],[3],[4].
| Strategie generali | Strategie specifiche per i felini |
|---|---|
| Lavarsi accuratamente le mani dopo aver maneggiato carne cruda, come pure aver svolto giardinaggio o altre attività a rischio (ad es. svuotare/pulire una cassetta per lettiera) | Tenere in casa i gatti domestici |
| Lavare accuratamente coltelli da cucina e taglieri dopo aver preparato carne cruda, frutta, o verdura | Fornire ai gatti solo cibo secco o umido in scatola preparato commercialmente |
| Cuocere accuratamente la carne prima del consumo | Pulire quotidianamente la cassetta per lettiera e smaltire i rifiuti in modo responsabile (ad es. sacchi della spazzatura sigillati) |
| Lavare o sbucciare frutta e verdura prima del consumo | Evitare che le donne gravide o i soggetti immunocompromessi puliscano la cassetta per lettiera |
| Indossare i guanti svolgendo attività di giardinaggio | Coprire le sabbiere e il terreno smosso nelle aree di gioco all’aperto, al fine di evitare che i gatti vadano di corpo al loro interno |
Conclusione
Toxoplasma gondii è un’infezione parassitaria comune nei gatti, ma è spesso asintomatica, sebbene le infezioni acute o disseminate possano interessare gli occhi, il cervello o altri sistemi; il trattamento preferito è la clindamicina. La diagnosi conclusiva richiede la sierologia con titolazione in duplicato delle IgM o IgG. Essendo una malattia zoonosica, la toxoplasmosi è particolarmente pericolosa per le donne gravide o i soggetti immunocompromessi, ma possedere un gatto non rappresenta un rischio significativo di infezione umana; al contrario, è una minaccia molto più reale l’ingestione di cibo o acqua contaminati da oocisti, o di cisti tissutali nella carne poco cotta. Anche la contaminazione fecale del suolo e dell’acqua è un serio rischio per la salute. L’adozione di semplici strategie igieniche può prevenire la trasmissione di T. gondii e, per i proprietari di gatti, tenere gli animali in casa (se possibile) e pulire quotidianamente la cassetta per lettiera mitiga notevolmente il rischio zoonosico.
Christopher Fernandez-Prada
DMV, MSc, PhD, Dipartimento di Patologia e Microbiologia, University of Montreal, Canada
Canada
Il Dr. Fernandez-Prada è Medico Veterinario, ricercatore in Parassitologia molecolare ed è particolarmente impegnato nella lotta ai parassiti zoonosici. Ricopre una posizione di Associate Professor presso l’Université de Montréal (UdeM) – Veterinary College, è Direttore del laboratorio di Diagnostica e parassitologia animale presso la stessa università, e copre la carica di Adjunct Professor alla Facoltà di Medicina della McGill University. La sua ricerca è incentrata sulla scoperta dei meccanismi di farmacoresistenza, e sullo sviluppo di nuovi test diagnostici e vaccini contro i parassiti protozoari.
Victoria Wagner
DMV, MSc, Dipartimento di Patologia e Microbiologia, University of Montreal, Canada
Canada
La Dr.ssa Wagner ha conseguito la laurea all’UdeM Veterinary College nel 2020, quindi ha completato un Master in Parassitologia veterinaria presso lo stesso Istituto in collaborazione con il McGill University Health Center, concentrandosi sulla leishmaniosi canina. Attualmente, la Dr.ssa Wagner lavora in una struttura generica per piccoli animali e s’interessa anche di medicina degli animali da laboratorio, oltre ad avere un interesse specifico per la ricerca e la formazione relative ai parassiti zoonosici.
Riferimenti
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- Companion Animal Parasite Council (CAPC). CAPC Guidelines; Toxoplasma gondii. 2014. https://capcvet.org/guidelines/toxoplasma-gondii/ accessed 17th January 2023
- Torrey E. Sentinel seals, safe cats, and better treatments. In: Parasites, Pussycats and Psychosis. Springer, Cham. 2022;121-133.
- Cornell Feline Health Center. Toxoplasmosis in Cats. 2018 https://www.vet.cornell.edu/departments-centers-and-institutes/cornell-feline-health-center/health-information/feline-health-topics/toxoplasmosis-cats Accessed 17th January 2023
- Elmore SA, Jones JL, Conrad PA, et al. Toxoplasma gondii: epidemiology, feline clinical aspects, and prevention. Trends Parasitol. 2010;26(4):190-196.
- Barrs V. Feline Toxoplasmosis. In; Proceedings, WSAVA Congress 2013. Sydney, Australia.
- Abdul Hafeez M, Mehdi M, Aslam F, et al. Molecular characterization of Toxoplasma gondii in cats and its zoonotic potential for public health significance. Pathogens 2022;11(4):437.
- Castillo-Morales VJ, Acosta Viana KY, Guzmn-Marn EDS, et al. Prevalence and risk factors of Toxoplasma gondii infection in domestic cats from the Tropics of Mexico using serological and molecular tests. Interdiscip. Perspect. Infect. Dis. 2012;2012:529108.
- Center for Disease Control. Toxoplasmosis: An Important Message for Cat Owners. https://www.cdc.gov/parasites/toxoplasmosis/resources/printresources/catowners_2017.pdfaccessed 17th January 2023
- Iqbal A, Measures L, Lair S, et al. Toxoplasma gondii infection in stranded St. Lawrence Estuary beluga Delphinapterus leucas in Quebec, Canada. Dis. Aquat. Organ 2018;130(3):165-175.
- Miller MA, Grigg ME, Kreuder C, et al. An unusual genotype of Toxoplasma gondii is common in California sea otters (Enhydra lutris nereis) and is a cause of mortality. Int. J. Parasitol. 2004;34(3):275-284.
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- Dubey JP, Jones JL. Toxoplasma gondii infection in humans and animals in the United States. Int. J. Parasitol. 2008;38(11):1257-1278.
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