Centesi del fluido fetale nella cagna
Scritto da Smadar Tal
Ad oggi, l’amniocentesi è stata utilizzata raramente in medicina veterinaria, nonostante abbia un enorme potenziale, tanto per le applicazioni cliniche quanto quelle di ricerca; questo articolo discute un metodo consolidato per il prelievo del fluido fetale nella cagna.
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Punti chiave
Il prelievo ecoguidato del fluido fetale nella cagna gestante pu essere ottenuto con relativa facilit.
Lamniocentesi offre nuovi spunti e approfondimenti diagnostici, terapeutici e sperimentali per la medicina clinica prenatale, incluse la diagnostica della morte fetale e lidentificazione di patologie ereditarie.
Il prelievo del fluido fetale tramite ago, a partire dal 35 giorno fino al termine della gravidanza, una procedura facile e sicura nella cagna.
Se eseguito con attenzione, il prelievo del fluido fetale comporta pochissimi rischi, sia per la madre che per i cuccioli.
Introduzione
Gli allevatori investono molto tempo e impegno nella progettazione dei migliori protocolli riproduttivi per la salute delle cucciolate, ma ad oggi esistono pochissime informazioni sull’ambiente intrauterino. Le membrane fetali contengono il cucciolo per l’intera gestazione e, insieme alla placenta, svolgono un ruolo fondamentale nella crescita del feto [1], poiché sono essenziali per gli scambi metabolici, gassosi e ormonali tra lui e la madre [2]. Le membrane fetali nella specie canina sono l’allantoide, l’amnios, il corion e il sacco vitellino [3], ma quelle rilevanti per il prelievo in questa specie sono l’amnios e l’allantoide (Figura 1).
Cosa sono i fluidi fetali?
La cavità amniotica fornisce protezione meccanica al feto e ne consente lo sviluppo in un mezzo liquido [4], il fluido amniotico. Si tratta di un fluido complesso che fornisce protezione meccanica e antimicrobica al feto, nonché lubrificazione, nutrizione, e fattori di crescita, tutti fattori importanti per il normale sviluppo [5]. Il fluido amniotico si forma tramite le secrezioni orali, nasofaringee, tracheali, polmonari e urinaria del feto [6].
Il fluido allantoideo nei carnivori si accumula nella membrana allantoidea che circonda l’amnios [7]. Il sacco allantoideo cresce fino a rivestire quasi interamente il sacco corionico e persiste fino al parto. Comunica con l’apparato urinario del feto, e accumula i rifiuti del metabolismo fetale [4]. I principali meccanismi per l’accumulo iniziale del fluido allantoideo sono probabilmente il trasporto transmembrana e l’attività secretoria delle membrane extra-embrionali, mentre più avanti, durante la gestazione, sono le secrezioni del mesonefro, del metanefro e del rene [8].
Quindi, nel cane, il fluido fetale può essere prelevato sia dalla cavità amniotica che da quella allantoidea (Figura 2). Qualsiasi cambiamento nel volume e nella composizione del fluido amniotico o allantoideo può riflettere lo stato metabolico, patologico o evolutivo del feto in una particolare fase della gestazione [8]. Il prelievo del fluido fetale nella cagna è possibile dalla seconda metà della gestazione in poi, poiché c’è fluido sufficiente ed è possibile distinguere le membrane amniotica e allantoidea alla scansione ecografica [9]. La centesi viene eseguita utilizzando un ago, con approccio transaddominale e sotto guida ecografica continua [10].
Perché eseguire la centesi del fluido fetale?
Il motivo principale per il prelievo del fluido è consentire la valutazione ante-partum della vitalità fetale e il rilevamento di eventuali patologie [11],[12],[13]. L’analisi del fluido amniotico è ampiamente utilizzata in medicina umana per la diagnosi delle anomalie cromosomiche o dei disturbi genetici, per valutare la maturità polmonare fetale, la presenza di batteri in cavità amniotica, l’infiammazione intra-amniotica, le infezioni fetali, e per determinare il sesso [14],[15],[16]. In medicina veterinaria, la diagnosi precoce delle anomalie è importante per il benessere degli animali, ed è anche vantaggiosa per l’allevatore, sia in termini di aumento del numero di cuccioli sani (e mantenimento in salute della madre), sia dal punto di vista economico. Finora, pochi studi hanno analizzato i fluidi fetali in cagne a termine [17],[18]; un case study ha dimostrato la fattibilità dell’analisi sul genere da cellule amniotiche di una cagna primipara [19]. Inoltre, la puntura delle cavità amniotica o allantoidea è stata utilizzata nella specie canina per fini sperimentali [20],[21], per la terapia genica e per induzione dell’aborto [22], e c’è interesse per il modo in cui la tecnica può contribuire al concetto di “One Health”; infatti, dato che i cani e rispettivi proprietari condividono lo stesso habitat e sono esposti alle stesse condizioni ambientali, i cani possono essere un valido modello per studiare alcuni effetti, come ad esempio delle tossine (Figura 3).
In futuro, il prelievo del fluido fetale sarà essenziale per istituire una banca dati per caratterizzare i fluidi amniotici e allantoidei nelle cagne gravide sane; questo consentirà la determinazione di biomarcatori che possano essere utilizzati come fattori predittivi dell’outcome perinatale.
Qualsiasi cambiamento nel volume e nella composizione del fluido amniotico o allantoideo può indicare lo stato metabolico, patologico o evolutivo del feto in una particolare fase della gestazione.
Quando si dovrebbe fare la centesi?
Una tecnica efficiente e fattibile per la centesi del fluido fetale nella cagna prevede di eseguirla nella seconda metà della gestazione, secondo l’autrice. La procedura viene condotta in modo simile all’uomo, utilizzando l’ecografia come guida [9]. Prima del giorno 35 post-concepimento, il volume dei fluidi fetali nella cagna è basso, e si può presumere che il rischio potenziale di ferire i cuccioli sia maggiore. Il prelievo del fluido tramite ago, a partire dal 35° giorno fino al termine della gestazione, è una procedura ragionevolmente sicura [17],[19].
Metodologia
La cagna per cui si sta programmando il prelievo va sottoposta a una visita ginecologica generale completa, che includa almeno esame delle urine, esame emocromocitometrico e biochimico completo ed ecografia addominale, al fine di accertare lo stato di salute e lo stato gravidico di base.
Prima della centesi, l’addome viene rasato e disinfettato con soluzione allo iodio-povidone e soluzione di etanolo al 70%. Trenta-sessanta minuti prima della procedura, viene applicato un massimo di 0,4 mL/kg di crema anestetica locale topica (lidocaina/prilocaina) sull’area in cui saranno inseriti gli aghi. Quindi, si copre la cute con un bendaggio adesivo fino all’inizio del prelievo [23].
Ci sono due alternative per il prelievo, ed entrambe impiegano un ago spinale monouso (18-21 G x 9 cm).
Tecnica a mano libera
Questo metodo viene eseguito senza guida-ago. La cavità uterina e gestazionale, così come il feto, vengono dapprima esaminati mediante ecografia e viene selezionata la sede che sembra ottimale per eseguire il prelievo del fluido senza ledere il feto o le membrane fetali. Allo stesso tempo viene stimata la posizione del feto (nel corno uterino sinistro o destro) e la sede del prelievo (allantoide o amnios). L’ago spinale viene quindi inserito con un angolo di quasi 90° attraverso la parete addominale, e fatto avanzare prima nella cavità uterina e poi nel sacco gestazionale (amnios o allantoide). Entrambe le membrane, amniotica e allantoidea, sono spesso visibili in scansione, ma non è sempre possibile identificare l’esatta posizione della punta dell’ago (Figura 4). Una volta collocato l’ago in sede, il fluido viene aspirato con una siringa da 3 o 5 mL, trasferito in una provetta sterile e congelato a -20 °C o -80 °C per le future analisi.
Tecnica guidata
Questo metodo prevede l’uso di una guida-ago che può essere fissata alla sonda ecografica. Prima del prelievo, la guida deve essere sterilizzata in autoclave e (quando si effettuano più prelievi da una sola cagna) deve essere disinfettata con etanolo al 70% tra un sacco gestazionale e l’altro. La guida viene fissata alla sonda secondo le istruzioni del produttore, e l’ago spinale viene inserito attraverso un piccolo foro in una posizione predefinita sulla guida (Figura 5). La penetrazione delle membrane fetali, nonché il prelievo e il trattamento del fluido, seguono quindi la stessa procedura descritta per la tecnica “a mano libera”.
L’uso di una guida può essere un’opzione più sicura e facile per gli operatori meno esperti, ma lo svantaggio principale è dato dalla necessità di sterilizzare il dispositivo tra un prelievo di fluido fetale e l’altro, quando si esegue la procedura su multipli feti in una sola cagna. Con l’esperienza, la tecnica “a mano libera” diventa preferibile.
La quantità di fluido recuperata da ogni feto varia tra 0,5 e 5,0 mL, a seconda della taglia della cagna, del giorno di gestazione, e della posizione del feto. Dopo il prelievo e prima di rimuovere l’ago spinale, il volume di fluido rimosso deve essere sostituito da un volume equivalente di soluzione sterile di cloruro di sodio allo 0,9%. Dopo il prelievo, la cagna deve essere tenuta in ambiente tranquillo per almeno 24 ore, al fine di prevenire eventuali complicanze a breve termine.
Quali sono i rischi?
Le potenziali complicanze dell’amniocentesi in medicina umana includono: infezione, travaglio pretermine, distress respiratorio nella madre, danni fetali, alloimmunizzazione, e mancata guarigione della ferita [24]. Sebbene molto rare in medicina umana, si possono avere lesioni fetali secondarie al trauma causato dall’ago. Ad oggi, l’autrice non ha rilevato alcuna lesione fetale macroscopica dopo aver eseguito la centesi nelle cagne e, sebbene siano possibili lesioni microscopiche, è possibile che alcuni traumi da puntura nell’utero, nelle membrane fetali, o nel feto stesso siano passate inosservate, sebbene sia presumibile che la loro eventuale formazione non avesse alcuna importanza clinica [9].
Conclusione
Anche se ancora ai primordi, il prelievo del fluido fetale nella cagna è una tecnica che potrà offrire in futuro vari benefici a Medici Veterinari, allevatori e proprietari. Un Medico Veterinario esperto dovrebbe poter prelevare il fluido allantoideo o amniotico senza troppe difficoltà e con il minimo rischio, e l’analisi del fluido può aiutare a formulare una diagnosi precoce di anomalie genetiche, difetti della placenta, infezioni, come pure a determinare il sesso.
Smadar Tal
DVM, Dip. AGISCI, Dip. ECAR, Koret School of Veterinary Medicine, Hebrew University of Jerusalem, Israele
Israele
La Dr.ssa Tal si è laureata con lode presso l’Ontario Veterinary College nel 1992, quindi ha lavorato in una struttura privata canadese per diversi anni prima di trasferirsi in Israele, dove ha fondato e diretto con successo per 22 anni una struttura per piccoli animali vicino a Tel Aviv. Nel 2011 ha conseguito il diploma dell’American College of Theriogenologists e nel 2014 il diploma dell’European College of Veterinary Reproduction. Attualmente dirige il dipartimento di Teriogenologia dei piccoli animali presso la Koret school of Veterinary Medicine, ed è candidata al PhD presso la Hebrew University in Israele. I suoi interessi di ricerca includono diversi aspetti della gestazione e della neonatologia canina, come pure la ricerca clinica che coinvolge la fauna selvatica.
Riferimenti
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