Gestione delle patologie cutanee con la biomodulazione a fluorescenza
Le preoccupazioni relative all’aumento della resistenza batterica agli antibiotici hanno spinto i Medici Veterinari a ricercare nuovi protocolli terapeutici per patologie come, ad esempio, la piodermite; questo articolo esamina la possibile applicazione di uno di questi.
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Punti chiave
La FBM (Fluorescent Bio-Modulation, biomodulazione a fluorescenza) una forma di terapia laser che sta iniziando a mostrare risultati promettenti nel trattamento di diverse patologie cutanee nei cani.
Gli studi hanno dimostrato che, sulla cute, la FBM inibisce lattivit delle citochine proinfiammatorie, stimolando invece quella delle citochine antinfiammatorie.
La FBM, in combinazione con antibiotici sistemici, pu accelerare il miglioramento della piodermite canina, e pu essere vantaggiosa per il trattamento di altre patologie come ad esempio le fistoli perianali e lotite esterna.
La tecnica sicura e sembra avere una buona efficacia antibatterica, ma non se ne conosce ancora lesatto meccanismo dazione.
Introduzione
La biomodulazione a fluorescenza (FBM) è una forma di LLLT (Low-Level Laser Therapy, terapia laser a bassa potenza) che sta guadagnando popolarità nel trattamento di determinate patologie in Medicina Veterinaria. In generale, i metodi LLLT impiegano fotoni di varie lunghezze d’onda, lavorano a bassa intensità, senza generare calore e sono in grado influenzare i processi biologici [1]. Per fare questo, il raggio deve essere capace di penetrare nei tessuti, e la profondità di penetrazione è dettata dalla lunghezza d’onda della luce. La cute contiene una varietà di cromofori endogeni (molecole che assorbono fotoni a determinate lunghezze d’onda), i più comuni dei quali sono l’emoglobina e la melanina; ognuno di essi ha coefficienti di diffusione e di assorbimento distinti che dipendono in modo significativo dalla lunghezza d’onda della luce [2]. Pertanto, la scelta della lunghezza d’onda è considerata uno dei fattori più importanti nella LLLT. Con un sistema FBM, si usa una luce LED blu (Figura 1) per attivare il substrato, un gel fotoconvertitore contenente cromofori (Figura 2). I cromofori attivati rilasciano energia sotto forma di luce fluorescente che penetra nella cute del paziente; la profondità di penetrazione varia a seconda dello spettro di emissione [2]. La luce nello spettro dal blu al verde ha una profondità di penetrazione nella cute di circa 1-2,5 mm, interessando principalmente l’epidermide e lo strato superiore del derma. La luce rossa può penetrare nella cute di quasi 5 mm, raggiungendo in profondità il derma e forse anche il pannicolo [2]. Questo breve articolo fornisce una panoramica dell’uso della FBM nella pratica clinica di alcune patologie cutanee.
© Neoklis Apostolopoulos
© Neoklis Apostolopoulos
La FBM in Medicina Veterinaria
La FBM è stata originariamente utilizzata in Medicina umana e ora viene impiegata in Medicina Veterinaria per trattare vari disturbi dermatologici, che sono uno dei motivi più comuni che spingono i proprietari di pet a consultare il Medico Veterinario [3]. Oggi in molti paesi è possibile trovare in commercio macchinari adatti all’utilizzo in Medicina Veterinaria. La durata del trattamento è breve, la procedura non è dolorosa e può essere eseguita solitamente senza sedazione. La procedura è semplice: l’area da trattare viene prima rasata (se necessario) e poi pulita con soluzione salina sterile prima di applicare con una spatola il gel cromoforo ad uno spessore di circa 2 mm. Questo viene quindi illuminato con la lampada a LED per due minuti. Gli studi condotti sulla FBM, hanno dimostrato l’inibizione delle citochine proinfiammatorie e la stimolazione delle citochine antinfiammatorie. Tali studi hanno anche confermato che i fattori di crescita per la proliferazione di nuovo tessuto di granulazione, l’angiogenesi e il rimodellamento del collagene, che intervengono insieme nella completa guarigione delle ferite, risultano elevati a seguito del trattamento [1],[2],[4].
Piodermite
La FBM è stata usata nei cani, con risultati promettenti, per trattare sia la follicolite batterica superficiale [5], sia la piodermite profonda [6]. Questi studi dimostrano che la tecnica è sicura e può essere utilizzata in combinazione con la terapia antibiotica per accelerare la guarigione della piodermite canina. Per la piodermite canina superficiale, la FBM potrebbe essere considerata come unico trattamento [1],[2],[5],[7], sebbene siano necessari ulteriori studi a conferma di tale tesi. La Figura 3 mostra un cane con piodermite della plica vulvare prima dell’inizio del trattamento. La piodermite è stata trattata con la FBM a intervalli settimanali (con due applicazioni consecutive per sessione) per due mesi, gli effetti benefici si possono osservare nella Figura 4.
© Neoklis Apostolopoulos
© Neoklis Apostolopoulos
Uno studio clinico prospettico, randomizzato e in cieco ha valutato l’efficacia della FBM nel trattamento della piodermite interdigitale nei cani. 36 cani sono stati assegnati in modo randomizzato a gruppi di trattamento con il solo antibiotico o con l’antibiotico più l’applicazione dell’FBM, i cani di quest’ultimo gruppo sono stati trattatati con fototerapia due minuti, due volte alla settimana fino alla risoluzione clinica. I cani sono stati valutati per un periodo di 12 settimane, il tempo medio di risoluzione delle lesioni è stato di 4,3 settimane per quelli che avevano ricevuto la terapia combinata, e di 10,4 settimane per i cani che avevano ricevuto la terapia con soli antibiotici. La conclusione è stata che la FBM ha ridotto significativamente il tempo necessario per la risoluzione clinica [8]. La FBM due volte alla settimana può quindi essere raccomandata come approccio terapeutico per la gestione della piodermite interdigitale nei cani [9]; anche il trattamento una volta alla settimana (con due applicazioni consecutive per sessione) potrebbe essere considerata un’opzione [10], ma sono necessari studi randomizzati più ampi per confermare i dati esistenti [9].
Sebbene questi risultati mostrino l’efficacia antibatterica della FBM, l’esatto meccanismo d’azione resta sconosciuto; due studi preliminari in vitro non sono riusciti a dimostrare l’attività battericida dell’FBM [11] o della luce LED blu [12].
Otite esterna
Uno studio clinico randomizzato e non in cieco ha suggerito che la FBM potrebbe essere utile anche nel trattamento dell'otite esterna nei cani [13], una condizione comune che rappresenta fino al 20% delle consultazioni nelle Cliniche per piccoli animali [14]. Il trattamento del condotto uditivo esterno con FBM può modularne l’infiammazione, il dolore e la crescita batterica [13]; tuttavia, come detto sopra, con gli studi in vitro non si è ancora stati in grado di determinare come l’FBM o la luce LED blu possano esplicare l’attività battericida. Al contrario, uno studio preliminare in vitro ha dimostrato che l’FBM può inibire la crescita di Malassezia pachydermatis dopo almeno quattro minuti di esposizione [15].
Varie patologie cutanee
È stato segnalato il possibile impiego della FBM nel trattamento delle fistole perianali dei cani [16]. In questo studio, quattro cani affetti da fistole perianali sono stati trattati esclusivamente con FBM una volta alla settimana, con due applicazioni consecutive per ogni sessione. Dopo due settimane di trattamento, tutti i cani avevano presentato un miglioramento, con una riduzione significativa delle vocalizzazioni, dello sforzo improduttivo e del leccamento, dopo cinque settimane di terapia inoltre si è osservata una significativa regressione delle lesioni perianali. Ancora una volta, resta sconosciuto il meccanismo d’azione che consente alla FBM di avere un effetto terapeutico per questo genere di lesioni. La Figura 5 mostra il caso di un cane con fistola perianale prima del trattamento di una volta alla settimana con un sistema di FBM disponibile in commercio. Dopo tre settimane di trattamento si osservavano una riduzione dell’eritema e un miglioramento della fistola (Figura 6). Si ipotizza quindi che gli effetti della FBM potrebbero essere utili nella guarigione delle lesioni [1],[2],[4].
© Amaury Briand
© Amaury Briand
È importante ricordare che molte delle patologie sopra indicate sono spesso secondarie a condizioni, ad esempio, di dermatite atopica, reazioni cutanee avverse agli alimenti, ectoparassiti, disturbi endocrini e particolari conformazioni anatomiche. È quindi essenziale che, dove possibile, la malattia sottostante venga identificata con accertamenti diagnostici adeguati (raschiati cutanei, citologia, test ematologici, dieta a eliminazione, ecc.) e gestita adeguatamente.
Infine, è stato segnalato che la FBM aiuta nella guarigione delle ferite chirurgiche acute e non complicate [4], ed è stato dimostrato che la terapia con FBM stimola il rilascio di citochine promotrici della guarigione della ferita e migliora le caratteristiche microscopiche delle ferite incisionali. La riepitelizzazione dei tessuti è risultata completa, con migliore deposizione di collagene e riduzione dell’infiammazione del derma. Tuttavia, l’aspetto macroscopico delle ferite non è stato influenzato dalla FBM [4] e sono necessari ulteriori e più ampi studi per valutare questi risultati [9].
La FBM è stata applicata con risultati promettenti nel trattamento sia della follicolite batterica superficiale che della piodermite profonda nei cani.
Conclusione
Questi riscontri promettenti suggeriscono che la FBM può essere utilizzata per trattare molte patologie dermatologiche del cane e che vi sono le basi per ampliare la sua applicazione in Medicina Veterinaria. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per valutare l’efficacia delle modalità di applicazione nel trattamento delle diverse malattie cutanee e rivelarne l’esatto meccanismo d’azione.
Neoklis Apostolopoulos
DVM, Dip. ECVD, University of Wisconsin-Madison, School of Veterinary Medicine, Madison, WI, USA
Stati Uniti d'America
Il Dr. Apostolopoulos ha conseguito la laurea in Medicina Veterinaria presso l’Università della Tessaglia, Grecia. Quindi, si è trasferito in Germania dove ha completato un Internship rotazionale, una Residency, e un programma di ricerca post-laurea con particolare attenzione al microbiota cutaneo canino. Attualmente è Assistant Clinical Professor di Dermatologia veterinaria presso l’University of Wisconsin-Madison e ha come focus di ricerca il microbioma cutaneo canino e l’intelligenza artificiale applicata alla dermatologia veterinaria. I suoi interessi clinici comprendono la dermatologia, l’allergologia e l’otoiatria; inoltre, ha esperienza nella chirurgia laser a CO2 e nel trattamento delle malattie cutanee con fotobiomodulazione a fluorescenza.
Riferimenti
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