Quale approccio… Grooming eccessivo nei gatti
Il grooming è un comportamento normale nel gatto, e consiste nel leccarsi e mordicchiarsi il mantello e la cute, nonché sfregarsi il muso con le zampe anteriori. Il suo scopo è la pulizia, la rimozione dei parassiti e la termoregolazione.
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Punti chiave
Lalopecia da toelettatura (grooming) eccessiva va distinta dallalopecia spontanea e occorre adottare un approccio sistematico per stabilire la causa sottostante.
La maggior parte dei casi di grooming eccessivo causata dal prurito, soprattutto secondario aectoparassiti e ipersensibilit.
Prima di formulare una diagnosi di alopecia psicogena, necessario eliminare le possibili cause di prurito.
Cosa si intende per grooming eccessivo?
Il grooming è un comportamento normale nel gatto, e consiste nel leccarsi e mordicchiarsi il mantello e la cute, nonché sfregarsi il muso con le zampe anteriori. Il suo scopo è la pulizia, la rimozione dei parassiti e la termoregolazione [1]. Tuttavia, il grooming eccessivo è un problema acquisito comune dei gatti, dove causa alopecia. Si presenta solitamente come un’alopecia bilateralmente simmetrica che colpisce l’addome ventrale, gli aspetti caudali e mediali delle zampe posteriori e il perineo (Figura 1), sebbene possano diventare alopecici anche l’addome laterale e altre aree [2] (Figura 2).
| Grooming eccessivo (alopecia autoinflitta) | Alopecia spontanea |
|---|---|
|
Prurito
• Parassiti
Pulci
Pidocchi
Acari Demodex (D. gatoi)
Acari Cheyletiella
Acari otodettici
Acari notoedrici/sarcoptici
Neotrombicula (acari della mietitura)
• Dermatofitosi
• Ipersensibilità
Ipersensibilità al morso delle pulci
Ipersensibilità alimentare
Ipersensibilità ambientale
Reazione farmacologica
• Ipertiroidismo
Alopecia psicogena
Dolore, neurodermatite, nevralgia (rari)
|
Endocrinopatie
• Iperadrenocorticismo
• Diabete mellito
• Ipotiroidismo
Alopecia paraneoplastica
Neoplasia
• Linfoma epiteliotropico a cellule T
Infezioni/ectoparassiti
• Dermatofitosi
• Acari Demodex
Altro
• Tricorressi nodosa
• Follicolite murale mucinotica degenerativa
• Effluvio telogenico
• Pseudopelade
• Alopecia areata
• Muta fisiologica eccessiva
|
Siamo in presenza di grooming eccessivo?
Quando si vede un caso di alopecia simmetrica felina, occorre adottare innanzi tutto un approccio approfondito e sistematico per stabilire se si tratti di grooming eccessivo oppure di un caso più raro di alopecia spontanea. Ciò richiede un’anamnesi dettagliata, un esame dermatologico approfondito e una visita clinica generale, oltre ad alcuni test diagnostici di base.
Questo articolo analizza dettagliatamente l’approccio dell’Autore ai casi di grooming eccessivo, mentre per maggiori dettagli sulle malattie che causano alopecia spontanea, la cui diagnosi richiede spesso l’istopatologia e adeguati test di laboratorio, si rimanda il lettore ai testi di dermatologia standard.
Anamnesi e segnalamento
Un’anamnesi approfondita è un importante primo passo nell’approccio al gatto con grooming eccessivo. Purtroppo, i gatti sono animali riservati ed è possibile che i proprietari non si accorgano del grooming eccessivo o non riconoscano il livello di grooming osservato come anormale. Tuttavia, un’anamnesi che segnali la presenza di peli nelle feci, vomito di tricobezoari o peli sparsi per la casa è generalmente molto suggestiva di alopecia autoinflitta.
Altre aree che devono essere coperte dall’anamnesi includono:
• Dettagli dello stile di vita del gatto e rischio di contagio.
Il proprietario possiede altri animali da compagnia, e questi hanno problemi cutanei?
Il gatto può uscire all’aperto? Esiste un contatto diretto o indiretto con altri gatti, cani, ricci o conigli?
Il gatto entra in altre case o accede a gattili? Altri animali da compagnia visitano la casa del proprietario?
• Dettagli del controllo degli ectoparassiti.
A tutti gli animali che vengono a contatto, viene applicato un prodotto efficace, con la frequenza corretta?
Il controllo ambientale è corretto?
• Dettagli sui problemi cutanei passati o attuali e risposta al trattamento precedente. Il gatto ha prurito?
• Esistono altri segni comportamentali di stress, come ad esempio minzione o defecazione inappropriate?
• Dettagli della salute sistemica del gatto.
• Esistono cause evidenti di stress, come una famiglia con più gatti o cambiamenti nell’ambiente domestico (ad esempio, nuovo animale da compagnia in casa o nei dintorni, nuovo bambino)?
Anche il segnalamento può fornire informazioni. Ad esempio, i disturbi da ipersensibilità si sviluppano solitamente nella prima fase dell’età adulta, mentre le allergie alimentari possono manifestarsi a qualsiasi età. Neoplasia e malattia sistemica sono più comuni nei soggetti anziani. I gatti Persiani sono predisposti alla dermatofitosi, mentre i gatti Orientali all’alopecia psicogena [6].
Visita clinica
Va eseguita una visita clinica generale completa alla ricerca di un’evidenza di malattia sistemica, che può essere soprattutto sottostante l’alopecia spontanea.
Nelle zone colpite, i peli appaiono ispidi e spezzati, un segno coerente con il grooming eccessivo. Inoltre, la presenza di altre lesioni collegate a disturbi pruriginosi, allergici o da ectoparassiti (come ad esempio escoriazioni, dermatite miliare o lesioni del complesso granuloma eosinofilico) conferma il grooming eccessivo (Figura 3), così come la presenza di ectoparassiti visibili come ad esempio pulci, pidocchi o acari della mietitura. Tuttavia, l’alopecia in aree che non sono raggiungibili dalla lingua, e la presenza di peli facili da rimuovere (cioè, che tirati rivelano una chiazza alopecica) è generalmente suggestiva di alopecia spontanea.
Ulteriore evidenza può essere ottenuta eseguendo una tricogramma, che può rivelarsi utile anche per convincere i proprietari che l’alopecia è dovuta a grooming eccessivo e non a una perdita spontanea. I peli vanno prelevati dall’area alopecica usando pinzette e disposti paralleli in paraffina liquida (olio minerale). Quindi, vanno esaminati sotto un vetrino coprioggetto a basso e alto ingrandimento. La presenza nei peli di estremità angolate e raggiate è coerente con il grooming eccessivo (Figura 4), mentre nei casi di perdita spontanea le estremità dei peli sono appuntite. Anche l’esame dei bulbi piliferi può fornire informazioni. Il gatto normale ha il 10-20% di bulbi anagenici (in crescita attiva) e l’80-90% di bulbi telogenici (a riposo) (Figura 5 e 6), ma se campioni multipli mostrano il 100% di peli telogenici, questo può suggerire alopecia spontanea e un’eziologia sottostante come ad esempio endocrinopatia, effluvio telogenico o malattia sistemica.
Come indagare il grooming eccessivo?
Una volta confermato il grooming eccessivo, è importante stabilire la causa per poter intraprendere il trattamento appropriato.
Indagini alla ricerca di ectoparassiti e infezioni
È fondamentale effettuare accuratamente questo passo iniziale, soprattutto perché l’ipersensibilità da pulci è la causa più comune di prurito nel gatto [7].
Ectoparassiti: Il mantello deve essere pettinato e spazzolato con l’animale posto sopra un grande foglio di carta bianca per cercare un’evidenza di pulci, feci di pulci e pidocchi. I peli trattenuti nel pettine e i raschiati cutanei vanno esaminati in paraffina liquida per cercare un’evidenza di Cheyletiella, Otodectes, Demodex e, raramente, Notoedreso Sarcoptes spp. Nelle infestazioni da pidocchi e Cheyletiella (Figura 7) i tricogrammi possono anche mostrare la presenza di uova sui fusti piliferi.
Demodex gatoi, un acaro Demodex con ampio addome smussato (Figura 8), vive in alcune regioni geografiche e può causare grooming eccessivo nei gatti. A differenza di D. cati, abita gli strati cutanei superficiali per cui è reperibile su strisce di nastro adesivo e anche nei raschiati cutanei superficiali. Date le piccole dimensioni e la traslucenza, i campioni devono essere esaminati con un obiettivo 10X e la sorgente luminosa ridotta di intensità per evitare di lasciarsi sfuggire il parassita. Tuttavia, dato che il grooming eccessivo può rimuovere gli acari causando risultati falsi negativi, è anche utile un raschiato delle aree apparentemente non interessate che sono fuori dalla portata del gatto. Inoltre, essendo una condizione contagiosa, testare i gatti asintomatici a contatto può favorire la diagnosi. Gli acari possono essere anche scoperti all’esame delle feci quando il grooming ne provoca l’ingestione. Se c’è un sospetto di D. gatoi ma non si trovano acari, si può intraprendere un trattamento ex-adiuvantibus, preferibilmente utilizzando un bagno con zolfo calcico al 2%, una volta la settimana e per tre volte a tutti i gatti a contatto. Se questo non è disponibile, è stato segnalato l’uso di ivermectina orale (0,2-0,3 mg/kg ogni 24-48 ore), sebbene non sia autorizzata in questa specie e comporti un rischio di neurotossicità [8] [9] [10].
Prima di intraprendere queste indagini, è utile spiegare al proprietario la possibilità di ottenere risultati falsi negativi. Pertanto, anche se non si trovano parassiti, si raccomanda di effettuare un trattamento ectoparassitario ex-adiuvantibus per almeno 12 settimane, al fine di eliminare le pulci e gli acari non demodettici. I preparati spot-on, come ad esempio selamectina o imidacloprid/moxidectina, applicati a tutti i gatti e cani a contatto, sono generalmente efficaci, anche se questi farmaci sono in genere non autorizzati per gli acari dei gatti.
Il trattamento ambientale concomitante con uno spray contenente un adulticida e un regolatore della crescita degli insetti è essenziale, ma spesso trascurato. È necessario includere le aree esterne all’abitazione dove l’animale passa il suo tempo, come ad esempio automobili, fabbricati annessi e trasportini. Il trattamento deve essere ripetuto entro 4-8 settimane, in base alla durata d’azione dell’adulticida utilizzato. La schiusa delle pupe può richiedere fino a tre mesi e non è influenzata dal trattamento, ma la reintegrazione dell’adulticida fa sì che le pulci emergenti continuino a essere uccise prima che possano pungere. È importante riconoscere che se il gatto continua a uscire di casa può essere impossibile prevenire la reinfestazione; questo vale soprattutto per le pulci, e specie se il gatto ha contatti con animali o case non trattati. Tuttavia, questo aspetto deve essere bilanciato dagli aspetti pratici e dal possibile stress del gatto confinato in casa.
In caso di miglioramento, va mantenuto il controllo regolare delle pulci, preferendo i prodotti sistemici, poiché il grooming eccessivo non ne riduce i livelli. Per ottimizzare l’aderenza al trattamento si possono inviare ai proprietari promemoria di sollecito del trattamento mediante e-mail o SMS [11].
Infezioni: Si raccomanda di esaminare il mantello con una lampada ultravioletta alla ricerca di dermatofitosi, aspettando cinque minuti che la lampada si riscaldi. Tuttavia, dato che i risultati falsi negativi sono comuni, nei casi di sospetta dermatofitosi si deve inviare un campione per la coltura. Il modo migliore per eseguire la coltura consiste nell’inviare al laboratorio lo spazzolino da denti sterile usato per spazzolare l’animale infetto, insieme ai peli prelevati (utilizzando pinzette sterili) dalla periferia della lesione.
Inoltre, è possibile effettuare la citologia della superficie cutanea, in particolare nei casi sospetti di infezioni batteriche o da Malassezia, usando strisci per impronta diretta colorati, o strisce di nastro adesivo all’acetato. Le eventuali infezioni individuate sono facilmente secondarie a una causa sottostante, ma devono essere trattate in modo appropriato.
Nota: se non c’è alcuna evidenza di infezione o demodicosi e il prurito è inaccettabile, nelle fasi iniziali del trattamento ectoparassitario ex-adiuvantibus si possono somministrare glucocorticoidi, idealmente con prednisolone orale (1-2 mg/kg ogni 24 ore). La dose può essere ridotta gradualmente fino alla dose a giorni alterni minima efficace, e interrotta alla fine del trattamento per osservare l’effetto del solo ectoparassitario.
Reazioni farmacologiche
L’anamnesi deve permettere di identificare le possibili cause iatrogene, e la somministrazione del farmaco sospetto deve essere interrotta, se possibile, adottando le misure succitate.
Indagini sulle ipersensibilità
Se il grooming eccessivo persiste dopo l’eliminazione delle cause ectoparassitarie e infettive, si possono indagare le eventuali ipersensibilità agli allergeni alimentari e ambientali. Sebbene un’anamnesi che descrive problemi gastrointestinali possa suggerire l’ipersensibilità alimentare, questa non è sempre presente e le presentazioni cliniche delle due condizioni possono essere indistinguibili.
Ipersensibilità alimentare: L’accuratezza dei test in vitro per diagnosticare le allergie alimentari è discutibile [12] per cui si deve effettuare una rigorosa prova con dieta di eliminazione per un minimo di 6-8 settimane. In passato si usava una ricetta casalinga contenente carboidrati e una “fonte proteica inusuale”, ovvero il cui utilizzo nell’alimentazione del gatto è tradizionalmente improbabile; oggi invece, grazie alla loro convenienza e al loro contenuto nutrizionale equilibrato, si somministrano sempre più spesso diete brevettate, contenenti ingredienti completamente “inusuali”. Tuttavia, occorre verificare che tutti gli ingredienti siano indicati e siano veramente “inusuali”, cosa che non vale per numerose diete “ipoallergeniche”, in particolare quelle da banco [13]. Inoltre, sono disponibili diete a base di proteine idrolizzate. Tuttavia, i dubbi che gli animali con reattività nota alla “fonte proteica tradizionale” possano avere una ricaduta quando rialimentati con queste diete, hanno portato al suggerimento di usare, se possibile, una dieta con “proteine inusuali” idrolizzate [14] [15].
L’uso di una prova con dieta di eliminazione nel gatto può essere difficile e richiedere un certo livello di compromesso. Se l’animale rifiuta una sola dieta, l’autore suggerisce solitamente di fornire più di una dieta appropriata per migliorare la varietà. Inoltre, dato che molti gatti compiono piccoli pasti durante tutto il giorno, può essere necessario fornire la dieta a tutti i gatti di casa. Come nel caso del controllo degli ectoparassiti, è ideale tenere il gatto al chiuso per evitare che vada a caccia o mangi altrove. Tuttavia, se questo è impossibile per motivi di stress o di praticità, possono essere adottate misure per attenuare gli effetti, per quanto possibile (ad esempio, fornendo la dieta appropriata ai vicini che alimentano il gatto); è dunque chiaro che tale misura ha i suoi limiti e bisogna accettarli.
Se il prurito si risolve entro 6-8 settimane, è utile continuare la dieta di esclusione per almeno un mese, mantenendo un rigoroso controllo degli ectoparassiti, per garantire che questo miglioramento prosegua. Tuttavia in questo caso, prima di poter emettere una diagnosi di ipersensibilità alimentare, occorre reintrodurre la dieta precedente e dimostrare la recidiva del grooming eccessivo. Il gatto deve quindi ricevere nuovamente la dieta di esclusione finché non si risolve il grooming eccessivo; in seguito, è possibile fornire una dieta selezionata a lungo termine. Questa può essere la stessa dieta di esclusione, se nutrizionalmente bilanciata, o una dieta brevettata contenente ingredienti più simili possibile alla dieta di esclusione. In alternativa, si possono identificare gli allergeni incriminati mediante reintroduzione sistematica dei singoli ingredienti, uno ogni 7-14 giorni, in modo da poter fornire una dieta che ne sia priva.
Si deve notare che se la reintroduzione della dieta precedente non causa alcuna ricaduta, il prurito può essere dovuto a un allergene cui il gatto non è più esposto dalla fine della dieta di prova. Ciò può accadere, in particolare, con gli allergeni stagionali, che possono non essere evidenti fino alla nuova esposizione l’anno successivo.
Come nel caso del trattamento ectoparassiticida ex-adiuvantibus, il controllo del grooming eccessivo nelle fasi iniziali del trattamento dietetico ex-adiuvantibus può richiedere la somministrazione di glucocorticoidi, ma questi vanno interrotti verso la fine per valutare l’effetto della sola dieta. Se non si osservano miglioramenti dopo il trattamento dietetico ex-adiuvantibus, è probabile che il gatto sia affetto da ipersensibilità ambientale.
Ipersensibilità ambientale (atopia): Questa è la seconda causa più comune di prurito nel gatto [7], e una valida diagnosi può essere emessa solo adottando la succitata procedura, il che significa che è una diagnosi clinica. Come nel caso del cane, i test allergologici intradermici e la sierologia IgE non bastano da soli per diagnosticare le ipersensibilità ambientali, dati i possibili risultati falsi positivi e falsi negativi [16] [17] [18] . Inoltre, nei gatti, i test allergologici intradermici possono essere difficili da interpretare, mentre i test in vitro per le IgE, sebbene più facili da eseguire, non sono così ben validati come nel cane [19] [20].
Una volta emessa una diagnosi di ipersensibilità ambientale, sono disponibili diverse opzioni di trattamento la cui scelta dipende dalla gravità dei segni clinici, dalla preferenza del proprietario e dal temperamento del paziente. In questa specie può essere utile l’immunoterapia allergene-specifica,sebbene le evidenze siano inferiori rispetto al cane [18] [21]. La scelta degli allergeni da includere si basa sui test allergologici intradermici o sulla sierologia IgE, sia pure con le limitazioni di cui sopra. Il trattamento è comunque sintomatico e basato sul controllo del prurito e dei fattori scatenanti (ad esempio, pulci e infezioni microbiche secondarie). Si può anche tentare l’esclusione dell’allergene, ma spesso non è possibile.
Cosa fare per il prurito?
Il prurito può essere controllato con glucocorticoidi, ciclosporina o, eventualmente, antistaminici. In passato sono stati utilizzati altri farmaci come ad esempio il megestrolo acetato, ma oggi conviene evitarli data la disponibilità di alternative più sicure [22].
Glucocorticoidi
Se si utilizzano i glucocorticoidi, è preferibile la somministrazione orale in modo da poter ridurre gradualmente il farmaco alla dose e alla frequenza minime efficaci per l’uso a lungo termine (Tabella 2). Nei gatti si deve preferire il prednisolone al prednisone poiché la metabolizzazione di quest’ultimo è inefficace. Nei gatti che non possono assumere un medicinale orale, possono essere necessari glucocorticoidi deposito (ad esempio, metilprednisolone acetato), anche se i proprietari vanno informati del rischio di effetti indesiderati iatrogeni con l’uso prolungato.
| Glucocorticoide orale | Dose iniziale | Riduzione gradualmente |
|---|---|---|
| Prednisolone o metilprednisolone | 1-2 mg/kg ogni 24 ore | 0,5-1,0 mg/kg ogni 48 ore |
| Desametasone | 0,1-0,2 mg/kg ogni 48-72 ore | 0,05-0,1 mg/kg ogni 48-72 ore o meno |
| Triamcinolone | 0,1-0,2 mg/kg ogni 24 ore | 0,05-0,1 mg/kg ogni 48-72 ore |
Ciclosporina
La ciclosporina è autorizzata in molti paesi per la dermatite allergica del gatto, dopo la valutazione iniziale dello stato di FeLV, FIV e toxoplasmosi. In molti casi è possibile iniziare con una dose di 7 mg/kg ogni 24 ore, per ridurla dopo 4-6 settimane a un dosaggio a giorni alterni; in alcuni animali è possibile passare a un dosaggio bisettimanale (Figura 9 e 10).
Quando si vede un caso di alopecia simmetrica felina, occorre adottare innanzi tutto un approccio approfondito e sistematico per stabilire se si tratti di grooming eccessivo oppure di un caso più raro di alopecia spontanea.
Antistaminici
Oclacitanib
Cos’altro può causare grooming eccessivo?
Riassunto
Kate Griffiths
BVSc, CertVD, MRCVS
Regno Unito
La Dr.ssa Griffiths si è laureata nel 1984 all’University of Bristol, quindi ha lavorato per 18 anni in una struttura generica per piccoli animali. Nel 2000 ha ricevuto il certificato RCVS in Dermatologia Veterinaria e oggi offre un servizio di dermatologia specialistica in due ospedali veterinari privati del Regno Unito. Dal 2007 ha lavorato anche presso l’University of Nottingham School of Veterinary Medicine and Science, dove è attualmente assistant professor in Dermatologia Veterinaria. In questo ruolo insegna Dermatologia agli studenti di veterinaria e tiene corsi di formazione professionale continua per veterinari.
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